Dr. Stebe

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Stomaco, intestino e apparato digerente

SPIEGAZIONE – PATOLOGIE NUTRACEUTICI ARTICOLI

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Che cos'é?

Il sistema gastrointestinale (GI) inizia con la bocca e termina nell’ano. La funzione primaria del sistema gastrointestinale è la digestione e l’assorbimento del cibo, inclusi solidi e liquidi, e la fornitura di una barriera a molte sostanze ingerite potenzialmente dannose.

  • La digestione è la scomposizione o idrolisi del cibo in molecole più piccole in preparazione per l’assorbimento nel corpo.
  • L’assorbimento è il trasporto di nutrienti attraverso la cellula intestinale. Il sistema gastrointestinale comprende anche il pancreas esocrino che secerne enzimi digestivi proteolitici nel duodeno , che facilita la digestione di zuccheri, proteine e grassi.
  • Le funzioni endocrine del pancreas sono considerate altrove in questa enciclopedia. Sali biliari prodotti dal fegato svolgono anche un ruolo critico nell’assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili e negli effetti degli xenobiotici sul metabolismo della bile.
  • Il fegato è considerato parte integrante del tratto gastrointestinale ma ha un’ampia gamma di funzioni metaboliche oltre al suo ruolo di organo di supporto della digestione. Il fegato metabolizza molti xenobiotici assorbiti dall’intestino prima che raggiungano la circolazione del sistema.
3D Illustration Human Digestive System Anatomy
Il sistema gastro intestinale

Il sistema gastrointestinale è costituito da molti organi correlati. Svolge una varietà di funzioni, tutte cruciali per il corretto funzionamento del corpo. La funzione primaria del sistema gastrointestinale è quella di ottenere una corretta alimentazione mediante la digestione e l’assorbimento dei nutrienti ingeriti; la normale funzione comprende la produzione di enzimi e ormoni, nonché il mantenimento di una motilità adeguata, inclusa l’escrezione dei rifiuti.

La disfunzione del sistema è comune e può essere il risultato di un’anomalia di uno degli organi componenti o di un processo che è disordinato più in generale e colpisce più organi contemporaneamente. La disfunzione del sistema gastrointestinale è un problema frequente negli anziani e una delle principali ragioni per le visite all’operatore sanitario.

Principali disturbi e patologie

In donne e uomini adulti
gastrite

Gastrite

Il tipico "bruciore" di stomaco

Descrizione

La gastrite è un termine generico per un gruppo di condizioni con una cosa in comune: infiammazione del rivestimento dello stomaco. L’infiammazione è il più delle volte il risultato di un’infezione con lo stesso batterio (Helicobacter pylori) che causa la maggior parte delle ulcere allo stomaco o dell’uso regolare di alcuni antidolorifici. Anche il consumo di grandi quantità di alcol può contribuire alla gastrite.

La gastrite può manifestarsi improvvisamente (gastrite acuta) o comparire lentamente nel tempo (gastrite cronica). In alcuni casi, la gastrite può portare a ulcere e un aumento del rischio di cancro allo stomaco. Per la maggior parte delle persone, tuttavia, la gastrite non è grave e migliora rapidamente con il trattamento.

Gastrite cronica

È uno stato infiammatorio cronico della mucosa gastrica che di solito non guarisce spontaneamente, ma
tende a persistere nel tempo. Sono molti i fattori che possono determinarlo, tra cui infezioni (Helicobacter
Pylori), farmaci (FANS), fenomeni autoimmuni (gastrite atrofica).

La naturale evoluzione della malattia porta ad una graduale distruzione delle ghiandole dello stomaco con
sviluppo di atrofia mucosa (evoluzione da gastrite superficiale cronica a gastrite atrofica cronica

I segni e i sintomi della gastrite includono:

  • bruciore o dolore (indigestione) nella parte superiore dell’addome che può peggiorare o migliorare mangiando
  • nausea
  • vomito
  • una sensazione di pienezza nella parte superiore dell’addome dopo aver mangiato

Generalmente i sintomi sono quelli della dispepsia funzionale: dolore epigastrico correlato ai pasti o presente a stomaco vuoto, pesantezza dopo i pasti e difficoltà di digestione, sazietà precoce, meteorismo.

celiachia

Celiachia

Il pericolo che viene dal glutine

Descrizione

La celiachia è una grave malattia autoimmune che si verifica in persone geneticamente predisposte in cui l’ingestione di glutine provoca danni all’intestino tenue. Si stima che colpisca 1 persona su 100 in tutto il mondo, ma solo il 30% circa viene diagnosticato correttamente.

La celiachia, a volte chiamata enteropatia sensibile al glutine, è una reazione immunitaria al consumo di glutine, una proteina presente nel grano, nell’orzo e nella segale.

L’ingestione di glutine innesca una risposta immunitaria nell’intestino tenue. Nel tempo, questa reazione danneggia il rivestimento dell’intestino tenue e gli impedisce di assorbire alcuni nutrienti (malassorbimento). Il danno intestinale provoca spesso diarrea, affaticamento, perdita di peso, gonfiore e anemia e può portare a gravi complicazioni.

Nei bambini, il malassorbimento può influenzare la crescita e lo sviluppo, oltre a causare i sintomi osservati negli adulti.
Non esiste una cura per la celiachia, ma per la maggior parte delle persone, seguire una dieta rigorosamente priva di glutine può aiutare a gestire i sintomi e promuovere la guarigione intestinale.

Sintomi

I segni e i sintomi della celiachia possono variare notevolmente e differire nei bambini e negli adulti. Segni e sintomi digestivi per gli adulti includono:

  • diarrea
  • affaticamento
  • perdita di peso
  • gonfiore e gas
  • dolore addominale
  • nausea e vomito
  • stipsi
  • anemia
Cause

La celiachia è causata da una reazione anomala dal sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario) alle proteine del glutine e si presenta solitamente in persone geneticamente predisposte.

cattiva digestione

Cattiva digestione e dispepsia

Difficoltà a digerire/assimilare gli alimenti

Descrizione

Condizione dalle cause sfuggenti e dai fastidi persistenti, la dispepsia funzionale può essere diagnosticata soltanto dopo aver escluso la presenza di una lesione organica a carico dell’apparato gastrointestinale.

La cattiva digestione è una problematica cosiddetta “funzionale”, in quanto non c’è un danno o una lesione evidente dello stomaco e all’organo coinvolto, ma il disturbo si manifesta con un’alterazione della sua funzionalità. Di fatto consiste nella difficoltà di digerire correttamente o completamente i cibi.

In generale il 40% degli italiani, che soffre di dispepsia funzionale, parla in modo generico di “cattiva digestione”.

I criteri per la diagnosi di dispepsia funzionale

La dispepsia funzionale è una sindrome caratterizzata da sintomi cronici a carico di diverse parti del tubo digerente e prevalentemente localizzati a livello dello stomaco e del primo tratto dell’intestino (duodeno).

In base a quanto stabilito circa la diagnosi della dispepsia funzionale dai cosiddetti “Criteri di Roma” (linee guida riguardanti i disturbi funzionali gastrointestinali prodotte da esperti internazionali e periodicamente revisionate e aggiornate), i sintomi tipici di questa condizione comprendono:

  • senso di sazietà precoce durante i pasti
  • sensazione di pienezza (spesso tale da impedire di finire una porzione media di cibo)
  • dolore epigastrico e/o bruciore

A queste manifestazioni principali possono poi aggiungersene altre, variabili da persona a persona per combinazione e intensità, come per esempio nausea (ma soltanto raramente vomito), gonfiore addominale, eruttazioni e, talvolta, una tendenza al rigurgito.
Per soddisfare la diagnosi di “dispepsia funzionale” i sintomi citati devono essersi variabilmente manifestati per almeno sei mesi, senza che sia stato possibile riconoscere un’alterazione organica strutturale in grado di giustificarli.

Sempre secondo i “Criteri di Roma”, nel contesto della dispepsia funzionale possono essere distinti due quadri clinici caratterizzati da sintomi differenti e, idealmente, meritevoli di una terapia mirata cosa, al momento, non ancora del tutto attuabile a causa della scarsità di opzioni di cura efficaci.

Una prima variante è la “sindrome da distress post prandiale” (PDS), contraddistinta dal fatto di manifestarsi sempre in associazione ai pasti con sensazione di fastidio, senso di sazietà precoce e pienezza, mentre bruciore e dolore addominale sono molto lievi o assenti.

Bruciore epigastrico e un fastidio più simile a quello determinato dalla gastrite sono, invece, caratteristici della seconda variante della dispepsia funzionale, nota come “sindrome da distress epigastrico”, che può manifestarsi in qualunque momento della giornata, sia dopo i pasti sia a digiuno.

In base ai dati epidemiologici disponibili la sindrome da distress post-prandiale è molto più diffusa della sindrome da dolore epigastrico, peraltro spesso difficile da differenziare dalla malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), caratterizzata dalla risalita verso l’esofago di parte del contenuto acido dello stomaco con conseguente sensibilizzazione e irritazione (esofagite).

Sintomi

Quando si parla di dispepsia funzionale, ci si riferisce a un paziente che presenta un vasto quadro di sintomi, che vanno dal:

  • gonfiore addominale
  • all’acidità gastrica
  • nausea
  • vomito
  • eruttazione, in generale il 40% degli italiani, che soffre di dispepsia funzionale, parla in modo generico di “cattiva digestione”
Cause

Nonostante la sua notevole diffusione e i numerosi tentativi di comprenderne l’origine, le cause della dispepsia funzionale restano perlopiù sconosciute e, con ogni probabilità, sono da ricercare non in una singola alterazione, ma nella combinazione sfavorevole di più disfunzioni che incidono negativamente sull’efficienza del processo digestivo.

Gli studi condotti soprattutto nell’arco dell’ultimo decennio hanno evidenziato alcuni possibili fattori di rischio per lo sviluppo dei disturbi digestivi tipici della dispepsia funzionale:

  • Helicobacter Pylori (batterio gram negativo che si annida nel muco gastrico)
  • ulcera gastrica (allo stomaco)
  • gastriti
  • uso di medicinali
  • obesità
  • familiarità

Molto più facilmente però il disturbo è legato alle cattive abitudini alimentari.

Nel caso della “dispepsia funzionale” comunque si sta procedendo verso diagnosi sempre più differenziali, tenendo conto dei vari tipi di sintomi. Questo permette di avere un quadro clinico più preciso e di perfezionare la terapia, individuando di volta in volta i farmaci più utili per attenuare il fastidio prevalente nel singolo caso.

Altri elementi che è stato ipotizzato siano all’origine della dispepsia o contribuiscano alla sua comparsa sono:

  • i disturbi della motilità del tubo digerente con conseguente rallentamento dello svuotamento gastrico.
  • l’alterata secrezione acida durante e dopo i pasti e quella di ormoni che regolano la funzionalità gastrica in rapporto all’assunzione di cibo, come grelina e colecistochinina.
  • l’infezione da parte di batteri, virus o protozoi che aggrediscono l’apparato gastroenterico (spesso associate a diarrea).
  • sensibilizzazione immunitaria conseguente all’esposizione a particolari fattori ambientali (ancora da determinare), ad antibiotici, o derivante da intolleranza o allergia nei confronti di specifici alimenti o loro componenti, come il lattosio oppure il glutine.
  • le alterazioni del microbiota intestinale, in analogia a quanto riscontrato in altri disturbi gastrointestinali di origine funzionale, come la sindrome del colon irritabile.
  • la familiarità anche se non si hanno a disposizione informazioni su specifici geni implicati.
  • Sul fronte dello stile di vita, sono invece soprattutto i ritmi troppo concitati, lo stress e l’ansia di fare tutto in fretta, pasti compresi, a compromettere la funzionalità di stomaco e intestino.
gonfiore e gas

Gonfiore e gas intestinale

Uno stato sgradevole per la linea e la salute

Descrizione

Il gonfiore addominale è in genere la manifestazione di un accumulo di gas nello stomaco o nell’intestino. Può essere associato a un dolore anche intenso e a causarlo possono essere alcuni cibi, bevande gassate, la cattiva abitudine di mangiare troppo in fretta, le gomme da masticare, il fumo, lo stress o l’ansia.

Il gas in eccesso viene eliminato attraverso eruttazioni o flatulenza, con considerevoli implicazioni sul benessere psico-fisico di chi ne soffre abitualmente. In linea più generale, il gonfiore addominale è una condizione di lieve entità associata prevalentemente ad abitudini alimentari e stili di vita scorretti; compare in seguito all’assunzione di alcuni cibi, soprattutto se consumati con estrema voracità (masticando in fretta e male) e di bevande gassate. In casi limite, il gonfiore addominale può essere anche la manifestazione di una vera e propria patologia sottostante, tra cui la sindrome del colon irritabile, appendicite, calcoli alla cistifellea e gastroenterite virale.

Le donne combattono più frequentemente contro il fastidioso sintomo per via del fatto che l’intestino è particolarmente sensibile alle alterazioni degli ormoni sessuali femminili; di conseguenza durante la gravidanza e nel periodo pre-mestruale, il gonfiore addominale è una condizione ampiamente condivisa dalla maggior parte delle donne Il gas in eccesso viene eliminato attraverso eruttazioni o flatulenza, con considerevoli implicazioni sul benessere psico-fisico di chi ne soffre abitualmente.

Sintomi

La sgradevole sensazione di pesantezza e gonfiore addominale è una condizione più comune di quanto si creda; circa il 40% della popolazione generale lamenta di frequente pancia gonfia per via di un accumulo eccessivo di gas nel tratto digerente, derivato dall’ingestione di aria o da processi fermentativi intestinali.

La fastidiosa condizione si manifesta con un senso di pienezza e distensione addominale, spesso accompagnati da altri sintomi quali:

  • meteorismo
  • nausea
  • crampi addominali con dolore più o meno intenso,
  • stitichezza

Il gas in eccesso viene eliminato attraverso eruttazioni o flatulenza, con considerevoli implicazioni sul benessere psico-fisico di chi ne soffre abitualmente.

Cause

Il 99% del gas intestinale presente nel nostro organismo è rappresentato dall’azoto e ossigeno presenti nell’aria che respiriamo, e idrogeno, anidride carbonica e metano prodotti prevalentemente dalla fermentazione batterica. In presenza dei seguenti fattori di rischio:

  • aerofagia (causata dal fumo, dalla masticazione o suzione di chewing-gum e caramelle)
  • alterato assorbimento dei gas intestinali
  • intolleranze alimentari (al lattosio, al glutine, ecc…)
  • condizioni di stress intenso
  • flora intestinale alterata, (candida, coli, clostridi) dovuta ad infezioni o assunzione di antibiotici
  • ansia, depressione e insonnia

Si assiste a un’iperproduzione e conseguente accumulo di gas con la comparsa della sgradevole sensazione di gonfiore intestinale.

In linea più generale, il gonfiore addominale è una condizione di lieve entità associata prevalentemente ad abitudini alimentari e stili di vita scorretti; compare in seguito all’assunzione di alcuni cibi, soprattutto se consumati con estrema voracità (masticando in fretta e male) e di bevande gassate. In casi limite, il gonfiore addominale può essere anche la manifestazione di una vera e propria patologia sottostante, tra cui la sindrome del colon irritabile, appendicite, calcoli alla cistifellea e gastroenterite virale.

Le donne combattono più frequentemente contro il fastidioso sintomo per via del fatto che l’intestino è particolarmente sensibile alle alterazioni degli ormoni sessuali femminili; di conseguenza durante la gravidanza e nel periodo premestruale, il gonfiore addominale è una condizione ampiamente condivisa dalla maggior parte delle donne.

Colite

La peggiore infiammazione al colon

Descrizione

La colite è un’infiammazione del colon, acuta o cronica, che si inquadra nell’ampio gruppo delle malattie digestive. In medicina, “l’etichetta” colite (senza qualifica) viene utilizzata in casi molto differenti; ad esempio se:

  • la causa dell’infiammazione del colon è indeterminata, come nella malattia di Crohn sconosciuta.
  • la causa dell’infiammazione del colon è determinata; come nella colite ulcerosa diagnosticata.
Sintomi

Le coliti sono spesso accompagnate da sintomi come:

  • diarrea o, al contrario, stipsi
  • dolore e crampi addominali, talvolta alleviati dalla defecazione o dalla espulsione di gas intestinali
  • gonfiore addominale
  • flatulenza
  • presenza di muco e/o di sangue nelle feci
Cause

Esistono molti tipi di colite che, di solito, vengono classificati in base alla causa. I tipi di colite includono:

  • Autoimmune
    • Malattia infiammatoria e autoimmune cronica intestinale – un gruppo di coliti croniche
    • Colite ulcerosa (UC) – una colite cronica che colpisce l’intestino crasso
    • Morbo di Crohn (CD) – un altro tipo di IBD che spesso porta alla colite
  • Sconosciuta
    • Colite microscopica: una colite diagnosticata mediante esame microscopico del tessuto colico macroscopicamente (“alla vista”) appare normale
    • Colite linfocitica
    • Colite collagena
  • Causa-trattamento
    • Colite da diversione
    • Colite chimica
    • Colite indotta da chemioterapia
    • Colite da radiazioni
  • Malattia vascolare (colite ischemica)
  • Colite infettiva

Un sottotipo di colite infettiva è la colite da Clostridium difficile, che è informalmente abbreviata come “colite C-diff”. Forma solitamente delle pseudomembrane ed è spesso indicata come colite pseudomembranosa, che è la sua descrizione istomorfologica (non specifica).

La colite enteroemorragica può essere causata dalla tossina Shiga in Shigella dysenteriae o dal gruppo Shigatoxigenic di Escherichia coli (STEC), che include il sierotipo O157: H7 e altri E. coli enteroemorragici.

Anche le infezioni parassitarie, come quelle causate da Entamoeba histolytica, possono causare la colite.

Coliti non classificabili

Colite indeterminata è la classificazione delle coliti che presentano caratteristiche sia della malattia di Crohn che della colite ulcerosa. Il comportamento della colite indeterminata è generalmente più vicino alla colite ulcerosa rispetto alla malattia di Crohn.

Colite atipica è un nome che viene occasionalmente utilizzato dai medici per le coliti non conformi ai criteri per i tipi conclamati. Non è una diagnosi accettata di per sé e, come tale, non può essere definitivamente classificata.

intestino irritabile

Sindrome dell’intestino irritabile

Incomprensioni tra cervello ed intestino

Descrizione

La sindrome dell’intestino irritabile, o IBS, è un gruppo di sintomi che colpiscono il sistema digestivo. È un disturbo gastrointestinale comune, colpisce infatti circa il 10% della popolazione mondiale.

L’IBS è un tipo di disturbo funzionale, che viene anche definito disturbo dell’interazione intestino-cervello. Recenti studi dimostrano infatti come il cervello e l’intestino comunichino in modo diretto tra loro, influenzandone uno l’attività dell’altro. La condizione di stress dell’individuo sembrerebbe quindi correlata alla comparsa dell’IBS.

Esistono diversi tipi di IBS. I ricercatori classificano l’IBS in base al tipo di problemi alla sintomatologia.
Classificare l’IBS è importante per la somministrazione del corretto trattamento. Alcuni farmaci, infatti, funzionano solo per determinati tipi di IBS.

L’andamento dei sintomi non è regolare e le persone che soffrono di IBS alternano giorni con condizioni intestinali normali a giorni con movimenti intestinali anormali. Il tipo di IBS viene quindi distinto in base alla sintomatologia:

  • IBS con costipazione (IBS-C): caratterizzata da frequente stipsi
  • IBS con diarrea (IBS-D): caratterizzata da frequenti scariche anomale
  • IBS con abitudini intestinali miste (IBS-M): alternanza delle due precedenti condizioni
Sintomi

L’IBS è caratterizzata da dolore addominale cronico, la cui localizzazione e frequenza è molto variabile, e il suo miglioramento o peggioramento è solitamente associato all’evacuazione. Lo stress emotivo e il cibo possono peggiorare i sintomi. I cambiamenti nella funzione intestinale possono essere diarroici, costipati o entrambi, e lo svuotamento può essere spesso preceduto da un senso di urgenza o da uno svuotamento incompleto. I sintomi più frequenti sono:

  • stanchezza cronica
  • malattia da reflusso gastroesofageo
  • dispepsia funzionale
  • dolore addominale
  • costipazione e/o diarrea
  • urge defecare
  • tenesma
  • sensazione di evacuazione incompleta
Cause

La causa esatta è sconosciuta: è stata però trovata una corrispondenza con:

  • il passaggio del cibo attraverso l’intestino, troppo velocemente o troppo lentamente
  • ipersensibilità dei nervi del sistema nervoso enterico
  • stress
  • cause genetiche

Principali attivi nutraceutici

magnesio
MAGNESIO
FINOCCHIO
FINOCCHIO
PSILLIO
PSYLLIO
Silybum marianum (Milk Thistle) isolated on white background, Medical plants.
CARDO MARIANO
BROMELINA
BROMELINA
LIQUIRIZIA
LIQUIRIZIA
PROBIOTICI
PROBIOTICI
PAPAINA
PAPAINA
MALVA
MALVA
Picrorhiza-Kurroa-Health-BenefitsUsesSide-Effects-That-You-Should-Know
PICRORHIZA

L'opinione dell'esperto

Rubrica in collaborazione con Nutrientiesupplementi.it, un progetto editoriale di iFarma Editore, nato da professionisti con esperienza decennale nel campo della salute. Nutrientiesupplementi.it si articola in un portale e in una newsletter settimanale, ricchi di notizie aggiornate e qualificate su nutrizione e integrazione alimentare. Alla guida, due figure di consolidata esperienza del giornalismo medico scientifico italiano: Dario Passoni (Direttore editoriale) e Nicola Miglino (Direttore responsabile). Clicca qui per iscriverti alla newsletter.

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Impiego delle fibre alimentari nel trattamento della diarrea

L’uso di fibre alimentari per il trattamento della diarrea al di fuori dell’ambito delle applicazioni enterali è scarsamente studiato. Eppure, l’utilizzo ha un razionale se si pensa che gli effetti delle fibre alimentari sulla massa fecale sono dovuti a una combinazione della capacità di trattenere l’acqua da una parte e di stimolare la proliferazione batterica, diminuire del tempo di transito e aumentare la produzione di gas dall’altra.

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Colon irritabile: i vantaggi da una dieta a basso contenuto di Fodmap

Negli anni sono stati valutati diversi modelli di intervento nutrizionale per i pazienti con IBS, o sindrome del colon irritabile, e solo un numero limitato di studi con pochi pazienti ha valutato l’efficacia di una dieta priva di glutine e di diete di eliminazione basate sul test degli anticorpi IgG o su test di attivazione dei leucociti.

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