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Micro e macronutrienti nella gestione dei quadri ansiosi

22 Marzo 2022

La psichiatria nutrizionale, ovvero l'uso di interventi nutrizionali nella prevenzione e nel trattamento dei disturbi della salute mentale, è un campo di studio in grande evoluzione. Studi di intervento di alta qualità hanno già dimostrato un effetto antidepressivo di questo approccio, mentre la ricerca sui disturbi d'ansia registra ancora un certo ritardo.

Su questo fronte, sono necessari studi osservazionali prospettici per stabilire più chiaramente il ruolo causale dei fattori dietetici, ma ci sono prove di un'associazione tra modelli alimentari sani e sintomi di ansia ridotti. 

Le diete associate a minore ansia includono quella mediterranea, le diete tradizionali, la dieta antinfiammatoria e quelle con maggiore varietà alimentare: tutte condividono l'enfasi su verdure, frutta, zucchero limitato e cereali raffinati e un maggiore consumo di alimenti poco trasformati. I risultati associati alla dieta vegetariana o vegana sono stati generalmente positivi, ancAnalizzando, invece, i macronutrienti dietetici, i risultati degli studi suggeriscono che un'elevata assunzione di zucchero e carboidrati raffinati può contribuire ai sintomi dell'ansia, ma non è possibile trarre conclusioni sulla causalità. C'è bisogno di analisi di intervento che valutino l'impatto dei diversi livelli di assunzione di carboidrati. Per quanto riguarda il meccanismo, ci sono prove che una sana regolazione della glicemia sia un fattore importante per il benessere mentale.

Quattro studi sperimentali sull'uomo hanno fornito dati rispetto a una dieta ricca di proteine, non registrando cambiamenti tra partecipanti sani, mentre chi aveva sintomi di ansia ha riportato un miglioramento a seguito di una dieta iperproteica e a basso contenuto di carboidrati. Nel confronto tra fonti proteiche vegetali e animali, uno studio osservazionale ha riportato un beneficio con una maggiore assunzione di quelle animali.

L'additivo alimentare glutammato monosodico (Msg), un amminoacido modificato, è stato associato ad aumento dei livelli di ansia nei modelli animali. Le prove relative al ruolo delle proteine nei sintomi dell'ansia sono ancora preliminari, benché diversi studi suggeriscano che un adeguato apporto di triptofano possa essere importante per migliorare i sintomi dell'ansia. 

Gli studi sperimentali sull'uomo hanno però utilizzato dosi di triptofano che vanno da 250 mg/die da una fonte di cibo (semi di zucca) a 3 g/die come integratore, rendendo molto complesso valutare i risultati e trarre conclusioni. Le fonti alimentari di triptofano includono uova, soia, semi, pesce e carne.

Ci sono prove precoci, prevalentemente da studi sugli animali, che le diete ad alto contenuto di grassi totali, colesterolo o grassi trans possano avere un effetto ansiogenico, mentre ci sono evidenze significative, sia su animali e sia nell’uomo, che gli acidi grassi omega-3 possano avere effetti anti-ansia.

In particolare, il tipo di grasso alimentare può essere un fattore significativo, oltre alla quantità di grasso consumato. Un gran numero di studi sugli animali riporta un peggioramento dei sintomi di ansia in risposta all'assunzione di una dieta ricca di grassi, mentre gli studi che valutano la dieta chetogenica, molto povera di carboidrati e generalmente ad alto contenuto di grassi, suggeriscono un possibile beneficio terapeutico.  Questa incoerenza mette in luce la difficoltà di tale tipo di studi: è necessario, infatti, considerare sia la quantità che il tipo di nutriente consumato.

Di certo verdure, frutta e costituenti vegetali, contribuendo a ridurre i livelli di infiammazione e stress ossidativo attraverso i loro costituenti fitochimici e antiossidanti, esercitano azioni anti-ansia.

La caffeina al contrario, da sola o aggiunta alle bevande energetiche, sembra essere associata a un aumento dell'ansia. Alimenti come caffè, tè e cacao possono avere impatti benefici o equivoci sull'ansia, probabilmente a causa della copresenza di caffeina e altre sostanze fitochimiche benefiche.

Attraverso la modulazione del microbiota intestinale, anche l'assunzione di microrganismi benefici e fibre prebiotiche può essere utile nel trattamento dell'ansia. Le prove sono però ancora poche, anche se una combinazione di probiotici aggiunta alla terapia con sertralina si è dimostrata superiore alla sertralina da sola nel ridurre i sintomi di ansia dopo 8 settimane nei pazienti con disturbo d'ansia generalizzato, sebbene non abbia influenzato la qualità della vita.  

Sono, comunque, necessari studi di intervento di alta qualità che coinvolgono partecipanti con disturbi d'ansia al fine di valutare il potenziale terapeutico degli interventi nutrizionali nella gestione dei disturbi d'ansia.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

  • Diet and anxiety: a scoping review. Nutrients 2021, 13(12), 4418.
  • Omega-3 and polyunsaturated fat for prevention of depression and anxiety symptoms: systematic review and meta-analysis of randomised trials. Br. J. Psychiatry 2021, 218, 135–142
  • Efficacy of a multispecies probiotic as adjunctive therapy in generalized anxiety disorder: A double blind, randomized, placebo-controlled trial. Nutr. Neurosci. 2021, 24, 102–108.
  • Protein-source tryptophan as an efficacious treatment for social anxiety disorder: A pilot studyThis article is one of a selection of papers published in this special issue (part 1 of 2) on the safety and efficacy of natural health products. Can. J. Physiol. Pharmacol. 2007, 85, 928–932.
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